1. |
Al Sole
07:15
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AL SOLE
Sole gigante egoista la tua sola luce tu vedi e ti appaga la vista
Tu l’ombra non sai cosa sia e forse non credi neppure che esista
E il mondo che vedi è fatto di luce che è fatta da te
Ed è piccolo e piatto e nemmeno ti chiedi il perché
Esente dagli ozî e dai vizi
Alterni equinozi e solstizi
Imperatore del cielo
Uguale su tutti
Ci scaldi finché siamo asciutti
Ma dentro le case non sai come entrare
Anche un tetto di foglie ti riesce a fermare
Così aspetti alluvioni e frane
E speri nel terremoto
Che scoperchi le nostre tane
Per poterne spiare l’ignoto
Imperatore del cielo
Uguale su tutti
Tu godi a vederci distrutti
E invidi la Luna che invece
Ci vede, ci osserva e ci scruta
E mentre facciamo le cose segrete
Sorride e sta muta
E tanto lo so, che credete?
Lo so che voi due vi piacete!
Insieme nel cielo vi vedo e lo so, son sicuro che voi
Quando la notte entrambi sparite sparliate di noi
Sole gigante dal cuore di ferro tu giri e trascini da vero motore
L’ombra che ci è più vicina ti svela e ci parla di te: è il tuo delatore
E a tua somiglianza cuociamo dei pani rotondi e raggianti
Che alziamo sul capo come l’aureola dei santi
Tu curi, tu cuoci, tu nuoci, divori, fecondi e poi ti nascondi finché
Non riaccendiamo ogni anno un bel fuoco per te
Ed ogni tramonto è un sollievo, ogni tramonto è paura
Ogni tramonto è dubbio in un’alba futura
E proprio perché ti temiamo
Non certo per rappresaglia
Che nel cuore dell’inverno noi ti festeggiamo
Quando ti fai piccolino
Fanciullo divino
In una culla di paglia
All’alba del primo di marzo mi alzo dal letto mi calo le braghe sul tetto
Mi piego, che la prima cosa tu possa vedere del mondo sia il mio sedere
Anche i muli ed i polli lo sanno, serve a respingere ogni malanno
Imperatore del cielo mi baci le chiappe
Poi torno a servire le zappe
Il mio lume è poca cosa contro le tue menzogne gialle
Ma mi basta guardarti convinto diritto in faccia
Per lasciarmi ogni ombra alle spalle
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2. |
La Festa del Grano
04:12
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LA FESTA DEL GRANO
È la festa del grano, è la festa del grano!
È la festa del grano, è la festa del grano!
Mi hanno detto
Che le feste
Come i miti come i riti
Nascono quando siam tutti riuniti
Nei giorni della rinascita agreste
E ripetiamo
Con i corpi e con il coro
I gesti e i suoni del nostro lavoro
Diventa un ballo e non ce ne accorgiamo
Lo sapevate?
È proprio così che le feste son nate
Vengono i brividi sopra la pelle
Forse è per questo che son così belle
Gira la falce ed alza la mano
Vieni a ballare la danza del grano
Volta la falce e cambia di mano
Vieni a ballare la danza del grano
Alza la falce e dammi la mano
Vieni a ballare la danza del grano
È la festa del grano, è la festa del grano!
È la festa del grano, è la festa del grano!
È la festa del grano, è la festa del grano!
È la festa del grano, è la festa del grano!
Viva il grano!
Arriva al cielo ma parte da terra
E lo carezzo stendendo la mano
Che tocca ogni spiga e nessuna ne afferra
Finita l’attesa
Ecco la bella sorpresa di giugno
Una manciata di chicchi nel pugno
Che la tempesta non se l’è presa
Gente felice
Perde il controllo di quello che dice
Prima lavora poi perde la testa
Cambia la legge nel giorno di festa
Prendi una spiga e stringila in mano
Vieni a ballare la danza del grano
Scegli un compagno e tienlo per mano
Vieni a ballare la danza del grano
Bacia una donna dentro la mano
Vieni a ballare la danza del grano
È la festa del grano, è la festa del grano!
È la festa del grano, è la festa del grano!
È la festa del grano, è la festa del grano!
È la festa del grano, è la festa del grano!
E nudi corriamo
In mezzo alle spighe che arrivano ai fianchi
Fino a che i nostri culi bianchi
Sono spariti nel folto lontano
Ed un taglio
Nella terra per mettere i semi
Faccio un’offerta che certo non sbaglio
Per nuove spighe coi loro diademi
Mieti le spighe e batti la mano
Vieni a ballare la danza del grano
Lega le spighe e batti la mano
Vieni a ballare la danza del grano
Batti le spighe e batti la mano
Vieni a ballare la danza del grano
È la festa del grano, è la festa del grano!
È la festa del grano, è la festa del grano!
È la festa del grano, è la festa del grano!
È la festa del grano, è la festa del grano!
La festa è finita
Sacchi di grano diretti al mulino
Stanco e felice com’ero bambino
Giro la macina della vita
Con la pula tra le dita
È la festa del grano, è la festa del grano!
È la festa del grano!
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3. |
Chicco Di Grano
01:31
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CHICCO DI GRANO
Chicco Di Grano è un bambino
Suo padre un contadino
Lo dondola dentro una culla a setaccio
Un vaglio che scuote tenendolo in braccio
Per farlo crescere bello e pulito
Ma
Chicco Di Grano è un orfano nato
Sua madre non l’ha allattato
Lei era una spiga ed è morta nel darlo alla luce
È triste, ma ascolta il dettaglio più truce:
Il padre di Chicco l’ha uccisa e non viene punito
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4. |
La Punturaia
03:41
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LA PUNTURAIA
Aghi d’acciaio e cilindri di vetro
Il mio armamentario potrà sembrare tetro
Forse per questo mi fai il “vade retro“
Se vengo per pungere il tuo didietro
Siringhe fasciate in pezzuole di lino
Riposano dentro un astuccio di latta
E mentre tra i campi cammino e cammino
Mi guardano come una matta!
Ma quando arriva la punturaia
Non ci si inchina, ci si sdraia!
E i culi di tutta la gente
Potente o pezzente
Ce li ho nella mente
I cognomi non contano niente
Se sei mio paziente
Perché quando arriva la punturaia
Non ci si inchina, ci si sdraia!
Cuocio i miei aghi nell’acqua che bolle
E tutte le bolle mi rendono folle
A pensare che se una di quelle
Va sotto la pelle
E l’aria ti arriva nel cuore
Si muore
Quale errore!
Perciò quando arriva la punturaia
Non ci si inchina, ci si sdraia!
La gente che prega
Sostiene che io sia una strega
Ma chi se ne frega
Se è con l’ignoranza che tutto si spiega
E quando arriva la punturaia
Non ci si inchina, ci si sdraia!
Un tempo ero accolta
Era festa ogni volta
Ma nelle campagne
Rimbalzano lagne
Da quando morì quel bambino
Un mattino
Che aveva paura
Di far la puntura
Che dicono tutti sia stata fatale
Che forse volessi già fargli del male
La gente che prega
Sostiene che io sia una strega
Ma chi se ne frega
Se è con l’ignoranza che tutto si spiega
Perché io sono la punturaia!
Gli stolti confondono scienza e magia
Non sanno che ho perso il mio unico figlio
Io non me ne curo ma lascio che sia
E nutro col sangue il mio rospo famiglio
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5. |
Populus
01:44
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POPULUS
Mi piacciono i semplici pioppi
Che crescono in fretta e non sono doppi
Come gli albini cugini che al vento
Cambiano faccia da verde ad argento
Cambiano faccia da verde ad argento
Son facili da arrampicare
E forse per questo mi son così care
Le loro braccia di legno rugato
Che mi fan cenni da quando son nato
Che mi fan cenni da quando son nato
Mi piacevi anche tu sotto al pioppo
Eppure mi sa che ho aspettato un po’ troppo
E resto seduto a guardare le foglie
C’è chi le perde e chi le raccoglie
C’è chi le perde e chi le raccoglie
I pioppi hanno semi di neve che cade
E quando si ammucchiano lungo le strade
Mi piace pensare ad un tempo che fu
Quando sotto a quei pioppi con me c’eri tu
Sotto a quei pioppi con me c’eri tu
Quando sotto a quei pioppi con me c’eri tu
Quando sotto a quei pioppi con me c’eri tu
Sotto a quei pioppi con me c’eri tu
Quando sotto a quei pioppi con me c’eri tu
Sotto a quei pioppi con me c’eri tu
Sotto a quei pioppi con me c’eri tu
Quando sotto a quei pioppi con me c’eri tu
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6. |
Sotto la Terra
03:32
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SOTTO LA TERRA
Ci sono tante cose sotto la terra
Ci sono cose strane sotto la terra
Ci sono le radici sotto la terra
Di piante e di uomini
Ci sono cose antiche sotto la terra
Ci sono cose rare sotto la terra
Ci sono dei segreti sotto la terra
Vuoi scavare?
Ci sono cose buone sotto la terra intera
Che crescono libere eppure lontano
Dalla luce del giorno e della luna
Ci sono cose belle sotto la terra
Ci sono cose vive sotto la terra
Sotto la terra riposano i semi
Ci sono tane calde sotto la terra
E desidero viverci
Ci sono cose morte sotto la terra
Sotto la terra riposano i corpi
Ci sono ossa fredde sotto la terra
E c’è posto per tutti noi
Ci sono fiumi e laghi sotto la terra
E fuoco fuso e grotte piene di vuoto
Ma non il demonio e neppure l’inferno
Ci sono dei rumori sotto la terra
Ci sono le persone dopo la guerra
E c’è la lama dell’aratro che disturba e scava
Sotto la terra
Città di formiche
Cicale nel sonno
E la talpa che sogna il lombrico
E ti dico
Ci sono cose
Ci sono cose strane sotto la terra
Ci sono i miei ricordi sotto la terra
In una scatola ai piedi di un albero
Ed ho scavato spesso sotto la terra
E l’ho annaffiata con i miei liquidi
Poi ne ho pestato il fango e correre è un’impresa dura
Cado e rimango con la mia paura
Giura
Che non hai mai provato un brivido a pensarti morto
Sepolto
Sotto la terra
Ci sono i miei amici sotto la terra
Ci sono sacrifici sotto la terra
Ci sono cicatrici sotto la terra
Ci son le mie
Radici
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7. |
Il Pesce Magico
01:06
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IL PESCE MAGICO
Camminando sopra il fosso lungo il ciglio della strada
Non potreste indovinare ciò che accada
Ed ancora dopo tanto che è passato non mi riesce
Di capire come fu che andai a imbattermi in un pesce
Impanato nella polvere agitandoti sui sassi
E poi fermo come se tu mi aspettassi
Sei forse scappato a un airone distratto?
Fortuna ha voluto ch’io non fossi un gatto
Chinato mi accorsi che ancora eri vivo
Ti ho restituito a quel rivo
Con stupore ho poi sorriso ma ti giuro sono serio
Un sospiro ed un saluto ed ho espresso un desiderio
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8. |
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SANT’ANTONIO DEL PORCELLO
Signore del fuoco ti invoco proteggi il fuoco, proteggi dal fuoco
Signore del fuoco ti invoco proteggi il fuoco, proteggi dal fuoco
Signore del fuoco ti invoco proteggi il fuoco, proteggi dal fuoco
Signore del fuoco ti invoco proteggi il fuoco, proteggi dal fuoco
Il fuoco rubato all’inferno
E il maiale selvaggio
Che vien dall’Averno
In analogo viaggio
Ti sono compagni
Contadino del deserto
Tratto in troppe tentazioni
Con in mano un libro aperto
Fuori dalle abitazioni
Eremita di campagna
Sant’Antonio del porcello
Con la coda stretta dentro al mantello
Sant’Antonio del porcello
La campana appesa in cima al randello
Santo in lotta col diavolo
Ti sfida e vi confrontate le teste
Ma giochi e scommetti al suo tavolo
Come se vi conosceste
Liscio la tua barba bianca
Per ritrovare qualcosa che manca
Bruciamo le torce giganti
Viva la notte, le fiamme ed i canti
A Sant’Antonio del porcello
Ha le ali chiuse sotto il mantello
Sant’Antonio del porcello
Col demonio sempre pronto al duello
Signore dei tanti animali
Di stalla o di bosco per te sono uguali
Distribuiamo i tuoi piccoli pani
Sia ai lupi che ai cani
Sant’Antonio del porcello
Pollo, agnello, capra o vitello
Sant’Antonio del porcello
Per te prega l’animale al macello
Signore del fuoco ti invoco proteggi il fuoco, proteggi dal fuoco
Signore del fuoco ti invoco proteggi il fuoco, proteggi dal fuoco
Signore del fuoco ti invoco proteggi il fuoco, proteggi dal fuoco
Signore del fuoco ti invoco proteggi il fuoco, proteggi dal fuoco
Diciassette albe dall’inizio dell’anno
Si allungano i giorni e tutti lo sanno
Ma c’è qualcosa che forse non sai
E se te la dico non mi crederai:
È la magia della notte del Santo
In cui gli animali come d’incanto
Parlan di noi con la tua stessa voce
Fatti il segno della croce!
Ti dico il vero e non delle balle
Stiamo alla larga da tutte le stalle
Perché non ci converrebbe sentire
Ciò che le bestie hanno da dire
A Sant’Antonio del porcello
Sant’Antonio del porcello
Sant’Antonio del porcello
Com’è vero che mi chiamo Marcello
“Com’è vero che si chiama Marcello!”
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9. |
Il Gatto Rinchiuso
01:37
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IL GATTO RINCHIUSO
Il piccolo gatto rinchiuso
Nella casa vecchia
Abbandonata e piena
Di reliquie
Di vite dimenticate
E oggetti stanchi
Quando fu ritrovato il giorno dopo
Esitò sulla soglia fresca
Non fu il cibo l’interesse principale
Della sua nuova libertà
Ma correre, saltare nell’orto
Arrampicarsi sul pero
Rotolare nel cortile
E giocare con la coda
Della mamma
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10. |
Lucertole e Libellule
04:51
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LUCERTOLE E LIBELLULE
Quando ero piccolo riuscivo a catturare le lucertole e le libellule
Ma ora sono troppo alto o troppo distratto
Quando ero piccolo credevo di essere buono
Ma ho strappato le ali a una libellula per guardarle al microscopio
Quando ero piccolo pensavo di essere bravo
Ma una lucertola mi ha morso e ha perso la coda
Son passati molti anni e adesso sì che vorrei bene veramente
Alle libellule, loro non ci sono più
Sono passati molti anni e adesso sì che voglio bene veramente
Alle lucertole e allontano i secchi dai muri
Le saluto quando prendono il sole e giro al largo per non farle scappare
E le derido se lo fanno perché io non farei loro alcun male
Poi mi accorgo, ce n’è una che non scappa
Non lo può più fare
L’ho pestata
Entrando nell’ombra fredda della cantina
Ma io non volevo!
Sono passati molti anni e freno in strada quando vedo una piccola bestia
Sono passati molti anni e non ho mai smesso di amare le rane
Ma ancora di più a me piacciono i rospi e parlo con loro di come non abbiano
Alcunché da temere
Non da me
Li saluto poi chiudo la porta la tiro, non viene, è incastrata
Perché?
Perché rospo ci sei te!
E ti vedo morire
Ma io non volevo!
E mi giuro che non potrà più capitare
Basta prestare maggiore attenzione!
Ma passa un’estate ed ancora succede
Ma io non volevo!
E ti prendo e ti porto a budella di fuori
Ti pongo al riparo all’ombra dei fiori
M’illudo ciò possa salvarti, ma intanto tu muori
Ma io non volevo!
Piango e mi trema la carne e forse è per questo che non smetto
Di disegnare le dita, le zampe, le cosce, le teste ed i corpi dei rospi
Quando ero piccolo speravo di essere migliore
Ma ho avvelenato i grilli che vivevano con me
Oh nobile grillo con una coscia sola che fuggi da me
Con asimmetrica fatica
Di certo i tuoi pari ti han detto di quanti di loro avrò ucciso
Travolti con la scopa o annegati in una vasca nella notte
Ma io non volevo!
E ricordo le estati da bimbo sdraiato per terra in cucina nel fresco coi grilli
A saltare felici a decine attorno al mio corpo
E capisco perché quando tendo le mani per prenderti scappi lontano
Fai bene a temermi
Fate bene tutti quanti!
Ma stavolta non è un gesto ostile
Voglio solo provare a salvarti
Da me
E portarti nel cortile
Chiedo scusa anche ai ragni
Per le tele che ho strappato
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11. |
Sarò Buono
02:39
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SARÒ BUONO
Io ci provo lo prometto
Non aspirerò più un insetto
Non schiaccerò una mosca
Potrà fare i suoi capricci
E starò attento sulla strada
Alle bisce agli uccelli e ai ricci
Né veleno né colla per topi
Cercherò di non intossicare
Le zanzare
Non ho avrò mai più il coraggio
Di ammazzare uno scarafaggio
E per farmi perdonare
Aiuterò i coleotteri che non sanno nuotare
Non brucerò i nidi alle vespe
E quando chiuderò le finestre
Userò l’usta
Per proteggere ogni cimice e locusta
Non alzerò un’arma
Contro nido né larva o contro tarma
E spegnerò le luci per salvare le falene
Perché io vi voglio bene
Lascerò in pace le formiche indaffarate
Starò attento a non pestare le lumache
E care talpe senza colpe
Eviterò di farvi torto
Condividerò il mio orto
E proverò di non mangiarti
Proverò di non mangiarti
Proverò di non mangiarti
Proverò di non mangiarti
Proverò di non mangiarti
Proverò di non mangiarti
Proverò di non mangiarti
Proverò di non mangiarti
Proverò di non mangiarti
Proverò di non mangiarti
Proverò di non mangiarti
Proverò di non mangiarti
Proverò di non mangiarti
Proverò di non mangiarti
Ma tu
Tu sei buono
Molto più buono di me
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12. |
Alla Luna
07:15
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ALLA LUNA
Luna
Che cambi alla vista
La tua stessa luce è un regalo
Del tuo antagonista
Un sasso
In mezzo al cortile
Illuminato dal sole
Tra tutti quegli altri
Non desta nessuna attenzione
Ma prendine uno
Enorme
Illuminato dal sole
Appendilo in cielo di notte
E si accende l’immaginazione
C’è forse un qualcosa che ancora non sia
Stato cantato alla Luna?
E c’è forse un nome che ancora non sia
Stato dato alla Luna?
Di te hanno già detto di tutto e l’inverso
Ogni torto e ogni merito dell’universo
Come a ogni donna che esca di sera
Sei fata madrina e megera
Il Sole è un carro di fuoco, tu sei una nave
Lui non ti capisce, ti crede piatta ed è grave
Che tu sia disco oppure sfera
In fondo è chiaro che ti piaccia
A lui ti mostri tutta intera
Ma porgi a noi la sola faccia
E ci tieni segreto il didietro
Sei bianca, sei rossa, sei blu
Sei gialla e sei rosa
Gibbosa che guardi ogni cosa
Tu Luna
Sei fatta di sassi
Si vede durante l’eclissi
E ci chiediamo che fai
“Che fai?”
Rifletti
Gobba a ponente Luna crescente
Gobba a levante Luna calante
Gobba a ponente Luna crescente
Gobba a levante Luna calante
Gobba a ponente Luna crescente
Gobba a levante Luna calante
Luna nera…
Tu sei amata e sei attesa
Ma messa in ombra dalla Chiesa
Perché ti sa trina e divina
Si dice che
Tu sia vecchia madre e figlia
Niente uomini in questa famiglia
Che in te trovi il suo nascondiglio
L’animo nobile di quel coniglio
Che offrì sé stesso in sacrificio
Mica farebbe così questo micio
Si dice che
(o forse soltanto mia madre diceva?)
Che quando sei piena ed è piena una mamma
Tutte le ostetriche entrino in scena
E che su di te viva una figlia di Eva
Ed è una rospa creatura terrena
Che salta con sole tre zampe appena
Si dice che
Guardi la Luna il lupo e l’idiota
Guarda la Luna chi pianta e chi pota
Guarda la Luna il contadino
Quando prepara o beve il suo vino
Tu guarda la Luna adesso che è grande
Guarda la Luna e fatti domande
Vorrei dedicare un ultimo invito
A chi ancora continua a guardare il dito
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13. |
Il Galletto Bianco
04:15
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IL GALLETTO BIANCO
Il galletto bianco era il più bello di tutti
E girava il cortile sentendosi bello
Sapendosi bianco speciale ed uccello
Pareva convinto che pure l’airone
Vestito di grigio prestasse attenzione
Poi venne l’estate e il galletto perfetto
Spiccava distinto nel mondo a colori
Dell’orto, dei campi, del prato e dei fiori
Altero e diritto fa quello che vuole
Degno e legittimo figlio del sole
Poi venne l’autunno che toglie le foglie
Ma lascia sugli alberi i cachi arancioni
I magici pomi sui rami in arcioni
Appesi alla nebbia che è bianca ma grigia rispetto
A quanto sia bianco il galletto
Poi venne l’inverno
Poi venne la neve
La neve
La neve
La neve
La neve
La neve
La neve
La neve
La neve
La neve
La neve
La neve
La neve
La neve
La neve
La neve
La neve
Che bella la neve!
La neve
La neve
La neve
La neve
La neve
La neve
La neve
La neve
La neve
La neve
La neve
La neve
La neve
La neve
La neve, la neve, la neve
E sarà stato l’effetto
Della luna nella notte
Ma alla fine anche il galletto
Di latte
Visto nella neve, sarò franco
Non è che fosse poi così bianco
Il galletto bianco era il più bello di tutti
Il galletto bianco era il più bello di tutti
Il galletto bianco era il più bello di tutti
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14. |
Charivari
04:56
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CHARIVARI
Sono andato a battere le pentole
Sotto le finestre della casa del mugnaio
Se sapeste in quale guaio
Ha messo più di una brava signora
Sei o sette fino ad ora
È ora che tutto torni pulito
Ed ogni donna dal proprio marito
Siamo andati a battere le pentole
Sotto le finestre della figlia del droghiere
Nonostante le preghiere
Non si cancella l’orrendo peccato
Dannata lei e il suo figlio mai nato
E venga assolto da questo disastro
Il povero figlio del borgomastro
Siamo andati a battere le pentole
Contro la baracca dei due figli del fattore
Siamo certi senza errore
Le cassette delle offerte
Quando sono state aperte
Dalla perpetua con i denti d’oro
Erano vuote: saran stati loro!
Siamo andati a battere le pentole
Davanti alla bottega dell’aiuto carpentiere
Qualche calcio nel sedere
Anche a tutti i suoi compari
Porci rivoluzionari
Contro a tutti codesti mostri
Anche il buon parroco è stato dei nostri
Poi siamo andati a battere le pentole
Sotto le finestre della vedova dell’oste
Avrei voluto che ci foste
Sotto casa del libraio
Da quel vecchio mendicante
Dal cerusico col saio
L’arrotino lestofante
La sorella del vasaio,
Lo stagnino e l’ambulante
Le mondine giù in risaia stiano attente tutte quante
“Stiamo attente tutte quante, stiamo attente tutte quante
Tutte quante, tutte quante, tutte quante, tutte quante”
Son venuti a battere le pentole
Sotto le finestre di casa mia!
Non vi sembra una follia?
Mi vorrebbero scacciare
Già mi stanno qui ad accusare
Di una colpa vi giuro fasulla
Proprio io che non ho fatto mai nulla
Ma son venuti a battere le pentole
Sotto le finestre di casa mia!
Non vi sfugge l’ironia?
Brava gente di questo paese
Respingete da me queste offese
Ma tutta quanta la gente perbene
Batte una pentola quando conviene
La brava gente, ammesso che sia
L’abbiamo già tutta portata via
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15. |
Il Tesoro dei Vecchi
01:13
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IL TESORO DEI VECCHI
Il tesoro dei vecchi è chiuso in cantina
Salami appesi e una lampadina
È una mensola piena di anonimi vini
È un freezer ricolmo di tortellini
È una cassetta di cachi e di mele
Canne da pesca e ragnatele
Qualche ricordo di quand’era soldato
L’antico coltello ancora affilato
È una scatola con qualche fotografia
Di gente morta
Che i loro nipoti butteranno via
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16. |
Carnavale
06:05
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CARNAVALE
È arrivato sul carro a capinculo
È arrivato il signore nostro re Carnevale
Squaquarante ingordo e sloffeggiante
È venuto a spalmare merda sulla morale e su te!
Le salsicce, le cosce e le altre carni
Libertà nella gioia, le bestemmie ed il riso
Corri corri a mangiare a crepapelle
Processione sbandata dei morti di cibo e di fame
E bevi
E bevi
E bevi
E bevi
E bevi fin quando ti sollevi
Ed il parroco si lagna
Si rassegna e poi si ingegna
A dare un senso di cristiano
All’entusiasmo generale
Del Carnevale
Esibiamo la Maschera e la Morte
Non è roba per fare divertire i bambini
Girotondi al ritmo del tuo sistro
Controsole ruotiamo sul piede sinistro
È un operoso fervore visionario
Che ci fa costruire questi effimeri carri
Destinati a un precoce funerale
Nella ciclica attesa di una trasformazione anche in noi
E vedi
E vedi
E vedi
E vedi
E vedi fin quando non ci credi
Ho parlato con Don Luca
Non hai idea di quel che dica
Pare lui sostenga ancora
Quella fola medievale
Del “Carnem Levare”
“Carnem levare...”
“Carnem levare? “
“Carnem levare!”
“Latino?”
“Sì!”
State zitti teste vuote
È una nave con le ruote
Spinta a braccia verso il mare
Con la luna lì a guardare
Sali sul mio
Carro navale
Iside bianca e benevola
Sei più buona, più bella e diletta
Di quella Madonna Quaresima
Magra, scheletrica e gretta
Liberamente tratto (e frainteso) dalla lettura del saggio
“Alle origini del Carnevale - Mysteria isiaci e miti cattolici”,
con la benedizione dell’autore Giampaolo Di Cocco
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17. |
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HO SOGNATO UN BARBAGIANNI
Ho sognato un barbagianni ed ero io
E volavo silenzioso alla tua finestra
Per farmi riconoscere
Perché non volevo uccidere i topi
E ho provato a disegnare
Con le zampe e con il becco
Il mio nome sulla terra
Tu guardavi e non capivi
Ma magari domani…
Son passate alcune notti
E il mio volo è migliorato
E ho rivisto le mie scritte
Ed eran segni senza un senso
E adesso…
Non disturbo più il tuo sonno
Sto lontano dal tuo davanzale
E anche i topi in fondo in fondo
Non sono poi così male
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18. |
Dentro lo Specchio
05:26
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DENTRO LO SPECCHIO
Ero bambino
In braccio a mia madre
Andavamo alla stanza da bagno
Per prepararci alla notte
E nello specchio
Vedevo il mio viso
Riflesso alla sua stessa altezza
Ma a un tratto lo specchio spariva
E una finestra
Un buco quadrato si apriva
Nel muro di fronte
Ma oltre non c’era il cortile
Ma c’era una stanza di pietra
Scavata nel buio
E c'era una vecchia
Che a me ricordava la Gabriella
Sorella del prete
Che quanto buona non era bella
La ricorderete
I suoi capelli
Fili marroni su un guscio
Di noce di cocco
Con denti e sorriso di scimmia
E con terrore
Stringevo la mamma
Con gambe e con braccia guardando
Le due donne intente a parlare
Mia madre rideva
Ed io non capivo che cosa
Dicesse alla vecchia
Che intanto cuoceva qualcosa
Su un fuoco di legna
E il fumo riempiva la stanza
E forse era un sogno
Ma si ripeteva l’incontro
Diverse altre notti
Son certo e ne ho chiaro il ricordo
Ed al mattino
Andavo ad aprire lo specchio
A vedere di giorno che c'era
Di là
Ma
Solo i rasoi di mio papà
Poi venne una notte
Mia madre mi prese e mi porse
Alle due mani tese
Di chi stava oltre lo specchio
Ed ero dentro
Rimasi per poco guardando
Il mio mondo da dietro
E tutto mi apparve
Più chiaro
Più chiaro
Più chiaro
Cosa accadde di preciso
Non ricordo
Ma una cosa è sicura
Della vecchia nello specchio
Da quel giorno
Io non ebbi più
Paura
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19. |
La Lepre Bambina
02:03
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LA LEPRE BAMBINA
Il modo perfetto che ha il gatto
Di leccarsi le zampe e la faccia
Col suo sorriso soddisfatto
Nel pettinare le orecchie
Come davanti a uno specchio
L’ho visto altre volte, a migliaia
Riverso con lei sulla ghiaia
Ma ora mi sembra diverso e mi gelo:
Il rosso che lecca di dosso
Non appartiene al suo pelo
E mi accorgo d’un tratto
Che giace nell’erba vicina
Scomposta e sdraiata
Appena assaggiata
La lepre bambina
Fermata per sempre
Da un lampo di gioia assassina
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20. |
Nel Tempo di Notte
05:42
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NEL TEMPO DI NOTTE
Il tocco della campana seppellisce un altro giorno
Il fuoco è acceso nel camino e spento, per ora, nel forno
Gli uccelli hanno ceduto il cielo scuro ai pipistrelli
Più tardi è il turno dei rapaci
Le fiamme diventano braci
“I bravi cristiani la notte stanno a dormire”, questo sentenzio
Che il sonno è cosa sacra e vuole tenebra e silenzio
Ma queste cose si sa
Fanno gola anche ad altre attività
L’ombra si muove
L’ombra si muove
Tutte le tane divengono alcove
E nel tempo di notte
Nascondi le prove
L’ombra si muove
L’ombra si muove
Come di giorno disegna le cose
Ma nel tempo di notte
Le forme son nuove
Perché ora è tempo di notte e…
Le leggi della natura ora sembrano sospese
Come quelle della gente, dei preti, dei libri e del paese
Nel tempo della notte ci si parla a mezza voce
E l’ombra viva che si muove
Al mattino non sembrava così veloce
Di giorno non fa paura e se hai paura c’è sempre la chiesa
Ma di notte se c’è un’ombra certo è per colpa di una luce
Che non dovrebbe essere accesa
E se si muove…
L’ombra si muove
L’ombra si muove
Come di giorno l’ombra si muove
Ma nel tempo di notte
Non sai bene dove
Piccole cose grandi spaventi
Il buio è l’ombra di tutte le genti
Che nel tempo di notte
Si vestono a lutto
E di bello o di brutto
Potrebbe accadere di tutto
La luce serve poco a chi conosce questo gioco
E un gatto del color dell’ombra
Appare
Scompare
D’un tratto
I limiti del tempo ed i bordi delle cose
Si sciolgono diluiscono e si gonfiano come una vela
E ciò che è vero alla luce del sole
Non è più vero al lume di una candela
L’ombra si muove
L’ombra si muove
E tu vorresti essere altrove
Perché ora è tempo di notte
Una notte in cui piove
L’ombra si sdraia l’ombra si allunga
L’ombra si allarga ed annega i cortili
E nel tempo di notte
Anche i forti son vili
Ma non avere paura dell’ombra
È meno scura di quello che sembra
Perché nel tempo di notte
Si svegliano a cuocere il pane
E nel tempo di notte
Si amano le rane
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21. |
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HO CHIESTO A TRENTA ROSPI
Ho chiesto a trenta rospi di cercarti
Sulla la linea di confine con i vivi e con i morti
Ho chiesto a trenta rospi di parlarti
Forse la metà di loro neanche se ne sono accorti
Ho chiesto a trenta rospi per provare a ringraziarti
Per avere alimentato le mie arti
Ho chiesto a trenta rospi come fare a salutarti
Ho chiesto a trenta rospi come fare
E tentare di insegnarmi ad affacciarsi
Sul balcone liminare
Le mie zampe sono dritte
Ma un anfibio ce le ha storte
Care rane state zitte
Che ho paura della morte
Sono un uomo e ne ho il diritto
E mi aspettate sulle porte
Ma ho le gambe e sono dritte
E una rana ce le ha storte
E anche i rospi stanno zitti
Ad aspettare sulle porte
Sono un uomo, ne ho il diritto
E ho paura della morte
Ho paura della morte
Ho paura della morte
Ho paura della morte
Ho chiesto a trenta rospi di fermarsi e di fidarsi
Ma uno dopo l’altro
Zampettando nella notte
Son scomparsi
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22. |
La Nave dei Morti
05:36
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LA NAVE DEI MORTI
La nave dei morti è piena di corpi
Ma sembra che a bordo ci sia ancora posto
Resta ormeggiata alla riva e non vedi
La fine del mare sul lato opposto
Piccole barche traghettano a sponda
Figure oramai silenziose
Ma la nave dei morti è più grande
Di quanto tu possa pensare sian grandi le cose
Perché
I morti sono molti più dei vivi
I morti sono molti più dei vivi
I morti sono molti più dei vivi
I morti sono molti più dei vivi
I morti
La nave dei morti ci aspetta civetta
Galleggia e fa finta di niente
È muta di voci ma scricchiola e ondeggia
Oscilla e beccheggia paziente
Tanto
I morti sono molti più dei vivi
I morti sono molti più dei vivi
I morti sono molti più dei vivi
I morti sono morti ed eran vivi
I morti sono morti, erano vivi
I morti sono morti ed eran vivi
I morti sono morti, erano vivi
E i morti sono molti più dei vivi
I morti sono molti più dei vivi
Quando ultimo mortale
Salirai senza opporti
Salperà colossale
La nave dei morti
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Vade Aratro Bologna, Italy
I Vade Aratro sono i pionieri dell'Heavy Metal agreste e suonano canzoni sporche di terra.
Sono nati nelle campagne intorno a Bologna insieme al grano del 2006 e stanno lavorando al proprio terzo album.
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